martedì 3 marzo 2009

STORIA DI UN POETA

C’era una volta un poeta di nome Amilcar Cabral , che aveva visto soccombere il suo paese, la Guinea, sotto le mani dei portoghesi. Dopo essere andato a Lisbona per studiare agronomia, torna in Guinea, e decide di iniziare a combattere contro il dominio portoghese. Così, nel 1952, Cabral diviene un ricercato, nel suo paese. La sua vita, da quel momento, sarebbe stata una continua fuga nelle foreste, per non essere catturato. Cabral sapeva che non ci sarebbe stato altro epilogo se non la sua morte, ma continuava lo stesso a lottare e a comunicare i suoi messaggi al mondo . Poco prima della sua morte concesse un intervista ad un giornalista italiano. I due si incontrarono nel cuore di una foresta, attorniati da un “esercito” di guardie di Cabral. Il giornalista, durante l’intervista, tirò fuori un accendino, e, vedendo che non era più funzionante, lo gettò a terra. Il poeta lo raccolse, lo fissò e si chiese come mai l’uomo avesse gettato a terra uno strumento così formidabile, capace di darci il fuoco con un “clik”. Il giornalista non capì. Lo credette un pò matto. Poco tempo dopo, nel 1973, il poeta fu assassinato da compagni di partito, che lo tradirono collaborando con i portoghesi . Quando circa un anno dopo il giornalista tornò in Guinea, questa aveva acquisito la libertà che tanto desiderava ed era pronta a far fortuna con miliardi di accendini riciclati.

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